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								a cura di Cosimo Tamburello  | 
							 
							
								
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                  	"... cui fu 
					donato in copia, / doni con volto amico, / con quel tacer 
					pudico, / che accetto il don ti fa. ", A. Manzoni, La 
					Pentecoste, vv.125-128. Al mio invito ad aver presenti i 
					sopra citati versi manzoniani a proposito della rinuncia 
					all'indennità di carica, ricordata dal Sindaco per 
					l'ennesima volta in occasione dell'approvazione dell'ultimo 
					bilancio, il primo cittadino replica "a posteriori" nella 
					sua rubrica " a bassa VOCE"( La Voce, anno II, n. 14). 
					Nel ricordare i versi manzoniani pensavo di parlare a chi, 
					per la sua appartenenza al partito democratico-cristiano, 
					avendo avuto non poco dalla politica, avesse fatto 
					l'apprezzabile scelta di rinunciare all'indennità di carica 
					di sindaco risparmiandoci, tuttavia, di ricordarlo a ogni 
					occasione ritenuta opportuna anche come argomento a sostegno 
					della sua immagine e/o delle sue proposte, come quella 
					dell'approvazione dell'ultimo bilancio in cui la maggioranza 
					non aveva i numeri sufficienti. 
					Nella replica "a posteriori" nella sua rubrica " a bassa 
					VOCE", in buona sostanza il Sindaco afferma che la sua 
					rinuncia all'indennità di carica non è da considerarsi né 
					dono né carità ma scelta politica. Ancora meglio, la carità 
					è un fatto personale mentre la rinuncia all'indennità di 
					carica, per quanto personale, è una scelta politica e come 
					tale deve essere valutata e avere il suo peso. 
					Le cose scritte dal Sindaco richiamano più un pensiero da 
					laico machiavelliano che da democratico-cristiano, cioè di 
					chi fa prevalere in politica il realismo e il pragmatismo, 
					libero da riferimenti e condizionamenti morali, religiosi, 
					ideali ecc..., una visione e una pratica politica, sia 
					chiaro, assolutamente legittime. Il Sindaco conferma che non 
					è S. Francesco come mi rispose in uno dei primi consigli 
					comunali quando, visto il suo spirito di servizio, gli 
					chiesi come mai non rinunciava anche alla più consistente 
					indennità di componente dell' A. T. O. Idrico di cui non 
					avrebbe potuto fruire senza rinunciare a quella di sindaco. 
					In ogni caso, a me era parso di capire, e ritengo non solo a 
					me, che chi, come il Sindaco, aveva fatto dei buoni 
					sentimenti il cavallo di battaglia delle sue ultime due 
					campagne elettorali (" Per amore solo per amore.") avrebbe 
					fatto a meno di ricordare a ogni occasione opportuna per la 
					propria immagine la rinuncia all'indennità di carica. Anche 
					senza scomodare A. Manzoni o i buoni sentimenti, ritengo che 
					chi afferma di voler fare qualcosa per amore solo per amore 
					non rinuncia ma dona senza stare a pensare se cristianamente 
					o laicamente, sentimentalmente o politicamente. Tanti lo 
					fanno in silenzio. Non è il caso del Sindaco che lo scrive 
					insistendo su Manzoni (che si starà rivoltando nella tomba): 
					« ... c'è "il volto amico". Non può né deve esserci "quel 
					tacer pudico"». Peccato sfugga al Sindaco che il "volto" non 
					può essere "amico" se non 
					c'è anche il "il tacer pudico": non ci può essere l'uno 
					senza l'altro. Comunque, sulla rinuncia all'indennità di 
					carica, tutto chiaro, chiarito e motivato.  |