Attak nel portone d'ingresso del Municipio di Caltabellotta. La denuncia è stata presentata ai carabinieri dal sindaco Calogero Pumilia, che a sua volta era stato avvertito da un dipendente comunale all'atto dell'apertura del palazzo comunale, sito nella centralissima piazza Umberto. L'episodio si presta a diverse interpretazioni, ma stando alle dichiarazioni fatte da Pumilia, viene inquadrato come atto di ritorsione.
"E' una risposta - commenta il sindaco Calogero Pumilia - ad un inasprimento delle multe che il Comune ha fatto è sta facendo nei confronti di chi non rispetta le regole della raccolta differenziata e di quanti parcheggiano senza regole".
Alcuni giorni fa c'era stato un altro fatto curioso: ignoti avevano sporcato con dell'olio di auto un'area in cui l'ente aveva fatto collocare dei murales, impedendo la sosta alle autovetture.
Forse i due episodi sono collegati. Si tratterebbe quindi di piccole ritorsioni e ripicche di paese, non di precisi avvertimenti della malavita organizzata.
La collocazione di colla nella serratura è solitamente un avvertimento che gli esattori del pizzo riservano ai commercianti che non manifestazioni l'intenzione di pagare.
Ma è anche una bravata di ragazzi quando l'attak viene inserito nelle serrature dei cancelli o dei portoni delle scuole, come spesso accade. In quest'ultimo caso, il risultato è quello di ritardare l'apertura della scuola e, di conseguenza, l'avvio delle lezioni.
La colla nelle serrature del portone del palazzo municipale per Pumilia sarebbe quindi una risposta all'azione condotta dal Comune e dai Vigili urbani contro chi non rispetta le regole in paese. Non a caso, i carabinieri hanno sentito per primo proprio il primo cittadino, al quale è stato chiesto se l'atto è stato preceduto da altri avvertimenti o se avesse dei sospetti relativi a specifici fatti. E Pumilia è stato preciso, individuando i responsabili in chi non intende attenersi alle regole del vivere civile.
Nella storia delle attività criminali in Sicilia, la colla nelle serrature è però un gesto tipico e ormai "storico". I pentiti di Cosa nostra in più occasioni hanno raccontato ai giudici che la tecnica della colla era tra le preferite per lanciare un primo avvertimento a chi non aveva intenzione di pagare il pizzo. Si cominciava con l'attak, poi si proseguiva con i pestaggi. Metodi di "convincimento" utilizzati dai soldati dell'organizzazione criminale e da gran parte dei clan. E per i commercianti che insistevano nella linea dura, si passava all'incendio del negozio.
Il caso di Caltabellotta è atipico, ma non viene sottovalutato e ci sono attente indagini da parte dei carabinieri.

Tratto da "La Sicilia" - Articolo di Giuseppe RECCA

*  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *